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Archive for ottobre 2008

Il Dossier Caritas uscito ieri fornisce i dati aggiornati sulla presenza e l’insediamento dei migranti nella società italiana. Ne emerge un dato già da tempo noto agli studiosi, ma assai poco rilevato da politica e sistema dei mass-media: gli immigrati producono ricchezza. Non sono un peso, ma una risorsa.

La consistenza degli immigrati regolari in Italia si aggira tra i 3,5 milioni e i 4 milioni – a seconda che si considerino i soli residenti o l’insieme delle presenze regolari – con un aumento rispetto all’anno precedente di diverse centinaia di migliaia di unità, sia per l’Istat che per il Dossier Statistico della Caritas, nonostante la congiuntura economica poco favorevole. (altro…)

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Si chiamano «richiedenti asilo» o «rifugiati»: sono gli stranieri che fuggono dalle persecuzioni ai loro paesi di origine, e che per questo chiedono protezione in Italia. Il diritto di asilo, previsto dalle convenzioni internazionali, è un obbligo per tutti i paesi, compreso il nostro. Ma le recenti scelte del Governo Berlusconi limitano fortemente questo diritto. Lo spiega, in modo chiaro e accessibile a tutti, questo articolo di Elisa Campani, dell’ARCI di Pisa.

Le scelte politiche del governo centrale in tema di sicurezza e immigrazione vanno ad incidere sulla già critica situazione dell’asilo in Italia e, a nostro avviso, anche sul Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR) rendendo più complicato l’accesso da parte di chi intende usufruirne. (altro…)

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Un appello di sindacalisti, intellettuali ed esperti di immigrazione chiama ad un lavoro comune e coordinato tutti coloro che intendono contrastare la deriva razzista di questo paese.

Lo scorso Giugno abbiamo lanciato un appello contro le discriminazioni e le violenze perpetrate nei confronti della popolazione zingara in Italia. Discriminazioni che si sono concretizzate anche in alcuni provvedimenti assunti dopo i poteri speciali ai Sindaci, attraverso qualche dichiarazione di membri della maggioranza di governo, in raid indiscriminati contro i campi nomadi, nella proposta di schedatura anche dei bambini, nella proposta di espulsione dal territorio italiano di cittadini anche comunitari. (altro…)

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Si dice spesso che l’Italia non ha le risorse per accogliere gli immigrati. Che, se si vogliono tutelare gli interessi dei «nostri cittadini», bisogna sacrificare i diritti degli stranieri. La legge 133, approvata in Agosto, dimostra il contrario: perchè contiene un attacco senza precedenti all’Università pubblica, agli studenti e ai docenti «italiani»; ma, contemporaneamente, prevede misure molto gravi, lesive dei diritti più elementari dei migranti. Una dimostrazione del fatto che gli interessi degli uni e degli altri non sono poi cosi contrapposti. E un’occasione, forse, per sperimentare collegamenti e «reti» tra lotte diverse.

Le risorse sono scarse, la coperta è piccola: e quello che si «concede» ai migranti – in termini di diritti, garanzie, lavoro – viene sottratto agli italiani. Così ci raccontano i soloni della Lega Nord, di Forza Italia, di Alleanza Nazionale, tutti coloro che sostengono l’attuale maggioranza. Lo slogan è «prima gli italiani». Tuttavia, nel caso della legge 133, oggetto di vivaci contestazioni nel mondo studentesco e universitario, gli italiani non vengono prima di altri: al contrario, sono ultimi tanto quanto i migranti, gli stranieri. Almeno per una volta, il Governo non ha fatto discriminazioni su base etnica. Ma non c’è da esserne contenti. (altro…)

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Un recente sondaggio dell’EURES rivela che, tra i lavoratori immigrati, otto su dieci sarebbero disponibili a scioperare per ottenere i loro diritti. L’istituto di ricerca, inoltre, ha provato a fare una stima delle conseguenze di uno sciopero generale dei migranti. E i risultati sono prevedibili: l’Italia verrebbe messa in ginocchio…

Scioperare per rivendicare i propri diritti di lavoratori e cittadini è un’eventualità accettata da otto lavoratori stranieri su dieci. È quanto emerge dall’indagine «Lavoro, diritti e integrazione degli immigrati» presentata dall’Eures. La ricerca ha coinvolto 1.105 stranieri maggiorenni in tutto il territorio nazionale e ha analizzato le condizioni di lavoro, la domanda di tutele e di diritti di cittadinanza tra i lavoratori stranieri in Italia. (altro…)

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Mentre il Sindaco di Pisa dichiara guerra ai venditori ambulanti stranieri e si accoda alla moda delle «ordinanze creative», a schierarsi contro la «tolleranza zero» sono, tra gli altri, gli agenti di Polizia Municipale: coloro, cioè, che dovrebbero applicare le «ordinanze». In questo documento, le rappresentanze sindacali dei vigili spiegano che la questione della vendita ambulante non si affronta con politiche repressive, ma con l’integrazione e le politiche sociali.

La Rappresentanza Sindacale Unitaria (RSU) del Comune di Pisa esprime solidarietà ai colleghi della Polizia municipale contusi negli ultimi mesi (e non solo l’ultimo episodio del 22 Ottobre in Piazza S. Silvestro) nel corso delle operazioni anti abusivismo commerciale. Dobbiamo tuttavia ribadire la nostra aperta contrarietà ai modi con i quali l’Amministrazione Comunale e il Comando di Polizia Municipale utilizzano il personale sempre più per operazioni di controllo delle contraffazioni merceologiche e senza alcun coordinamento con le altre forze di polizia. (altro…)

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Sono un elemento attivo e vitale del mercato della casa. E negli ultimi anni avevano cominciato anche ad acquistare alloggi. Oggi, anche gli immigrati subiscono gli effetti della crisi economica nel settore immobiliare. E le banche non si fidano di loro. Un interessante reportage dal sito Stranieri in Italia.

Le banche stringono sui mutui? L’acquisto di case da parte degli immigrati, elemento vitalissimo del mercato immobiliare degli ultimi anni, frena sensibilmente. Il nuovo corso del rapporto tra stranieri e mattone è fotografato dalle proiezioni dell’istituto di ricerca Scenari Immobiliari. (altro…)

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In Italia, gli stranieri residenti da molti anni, ormai inseriti nel mercato del lavoro e nella società, vengono sottoposti agli stessi controlli dei migranti appena arrivati. Così, persone che potrebbero ottenere la cittadinanza continuano a rinnovare i loro permessi di soggiorno: col risultato che il sistema burocratico si ingolfa, saturato com’è da milioni di fascicoli e di pratiche da smaltire. Una gestione razionale delle politiche migratorie richiederebbe invece di integrare in modo definitivo gli stranieri già inseriti, e di concentrare i controlli e le verifiche su quelli arrivati da poco. Di seguito, alcuni dati sull’irrazionalità del sistema.

Se volessimo rappresentare con una immagine il sistema di gestione dei flussi migratori, potremmo pensare alla cassa di un supermercato. I clienti arrivano, depositano le merci che intendono comprare, fanno la fila, pagano il conto ed escono. Mentre un cliente varca la porta del supermercato, un altro si avvicina alla cassa, e così la fila scorre. (altro…)

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Un emendamento della Lega Nord al disegno di legge sulla sicurezza vorrebbe cancellare l’assistenza sanitaria per gli immigrati irregolari. Le conseguenze sarebbero devastanti, e non solo per i cittadini stranieri: diventerebbe impossibile, infatti, intervenire persino su eventuali epidemie e malattie trasmissibili. Di seguito, tutti i dettagli di una proposta tanto crudele quanto stupida. E qualche dato su salute e immigrazione, per sfatare tanti pregiudizi.

«Ai cittadini stranieri […] non in regola con le norme sul soggiorno sono assicurate […] le cure […] urgenti o comunque essenziali, ancorché continuative, per malattia ed infortunio e sono estesi i programmi di medicina preventiva a salvaguardia della salute individuale e collettiva». Così recita l’articolo 35 del Testo Unico delle leggi sull’Immigrazione, che stabilisce un principio di grande civiltà giuridica: il diritto alla salute non può avere confini di permesso di soggiorno, di colore della pelle o origine nazionale, e dunque deve essere garantito anche agli immigrati cosiddetti «clandestini». (altro…)

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In questa intervista rilasciata al Corriere della Sera, Tullio de Mauro – uno dei più autorevoli studiosi di linguistica in Italia – definisce «una sciocchezza» le classi differenziali riservate agli alunni stranieri, proposte alcuni giorni fa dalla Lega Nord. E spiega che la scuola funziona meglio (e non peggio, come comunemente si crede) quando in classe ci sono alunni che partono da livelli di conoscenza diversi.

«Pensare che classi dove si mescolano alunni che partono da livelli di conoscenza diversi sia un problema è una sciocchezza solenne». (altro…)

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L’Unione Europea ha bocciato una parte del «pacchetto sicurezza». Lo ha annunciato il Ministro dell’Interno Maroni nel corso dell’audizione al Comitato parlamentare sull’accordo di Schengen. E’ una notizia importantissima, di cui bisogna comprendere la portata e le conseguenze. Di seguito vi propongo il video con l’audizione di Maroni, e un breve approfondimento.

Che alcune norme del «pacchetto sicurezza» fossero in contrasto con la normativa europea, non è mai stato un mistero. Ne avevo già parlato in questo blog: e se lo dicevo io, che non sono nessuno, potevano saperlo anche i tecnici del Ministero dell’Interno, e i politici della maggioranza. Ora, è la stessa Unione Europea a darne la conferma: lo ha annunciato Roberto Maroni nel corso della audizione al Comitato Parlamentare di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen (seduta del 15 Ottobre 2008). Nei prossimi giorni, potremmo leggere sull’apposita pagina nel sito della Camera il resoconto scritto dell’audizione, ma già da ora è possibile ascoltarne la registrazione audio sul sito di Radio Radicale. Raccomando a tutti l’ascolto dell’intera seduta, ma per chi non ha tempo (o voglia), ho preparato un breve video di sintesi. (altro…)

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In questo articolo, che mi è pervenuto per posta elettronica e che dovrebbe essere pubblicato oggi sul «Manifesto», l’antropologa Annamaria Rivera commenta la decisione della Camera di istituire «classi speciali» per gli alunni stranieri: uno dei tanti mattoncini, scrive la studiosa, che costruiscono un’Italia razzista.

In una collettività nazionale che non ha mai brillato per spirito e rigore «repubblicani», la scuola pubblica è uno dei rari luoghi in cui, pur con eccezioni e sbavature, si pratica un certo rispetto dei principi costituzionali, in primis il diritto all’istruzione e alla non-discriminazione. E’ anche una delle poche istituzioni che non hanno chiuso gli occhi di fronte alla pluralizzazione culturale crescente della società italiana, attrezzandosi per affrontarla sul piano educativo e culturale. (altro…)

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Sono ormai sempre più numerosi gli studi e le ricerche che segnalano la crescita di sentimenti xenofobi, e di atti di aggressione a sfondo razziale in Italia. In questo articolo, il giornalista Reuters Massimiliano di Giorgio fa il punto della situazione. Ho aggiunto, nel corso del testo, i link a studi, ricerche ed approfondimenti ulteriori.

Mentre il centrosinistra accusa il governo di centrodestra di trascurare un’ondata di aggressioni contro gli immigrati, e il ministro dell’Interno risponde che non c’è una «emergenza razzismo», i dati di un rapporto governativo ancora non pubblicato parlano di un aumento degli atti di discriminazione, almeno nel 2007, e i ricercatori accusano entrambi gli schieramenti di aver alimentato la xenofobia, soprattutto in campagna elettorale. (altro…)

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Questo blog non si occupa di economia, anche perchè il gestore (che sono io…) non ne capisce nulla. In questo caso, però, faccio volentieri un’eccezione. Perchè la crisi finanziaria è di una drammaticità inedita, e coinvolge da vicino l’economia reale, cioè la vita quotidiana di tutti noi. E perchè questo articolo, pubblicato una settimana fa sul Manifesto, spiega in modo chiaro cosa sta succedendo. Con un (non tanto) sorprendente paragone tra la crisi di Wall Street e quella dell’Albania nel 1997…

Tutto il mondo degli affari è in ansia per il crollo di Wall Street. Il prestigioso muro perde pezzi ogni giorno e molti paventano che precipiti. Ma anche i lavoratori, i pensionati, la gente che non ha investito in fondi speculativi è preoccupata: la storia gli ha insegnato che a pagare i disastri finanziari è alla fine proprio chi è lontano anni luce dai giochi della finanza. Ma davvero pochi hanno capito che cosa sta succedendo. (altro…)

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E’ noto che, nei giorni scorsi, la Lega Nord ha proposto l’istituzione di un «permesso di soggiorno a punti»: chi «si integra» guadagna punti, chi commette reati li perde, chi arriva a zero punti viene espulso. Sono meno noti, invece, i dettagli della proposta, che ora vengono pubblicati da un importante sito web di informazione. Vale la pena entrare nel merito: come si vedrà, se non ci fosse da piangere, verrebbe da ridere…

Un «permesso di soggiorno a punti». Come nella patente. O come nel flipper. La proposta viene dalla Lega Nord, che ne ha fatto un emendamento al disegno di legge sulla sicurezza in discussione al Senato (su cui ci siamo già soffermati in questo stesso blog). Ma come funzionerebbe il meccanismo? A rivelarlo è il sito Stranieri in Italia, che ha pubblicato in questi giorni il testo dell’emendamento. Vediamo in dettaglio. (altro…)

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Gran parte del mondo politico si affanna a spiegare che serve più accoglienza per gli immigrati regolari, e più repressione per quelli “clandestini”. In realtà, negli ultimi anni tutti i governi – di destra e di sinistra – hanno consegnato gli stranieri ad una burocrazia inefficiente, costosa e vessatoria: e a farne le spese sono anche i “buoni”, i migranti “che rispettano le regole”…

Il nodo fondamentale della politica migratoria italiana, ha scritto Ignazio La Russa sul Corriere della Sera di ieri, è la «nostra capacità di espulsione dei clandestini». Ma, ha aggiunto subito dopo, «oltre all’aspetto repressivo ci vuole capacità di accoglienza per chi rispetta le regole». Ho scelto questa dichiarazione a caso, tra le mille che ogni giorno ripetono il medesimo ritornello: mandar via i clandestini, e garantire accoglienza per chi rispetta le regole (definizione bizzarra chiamata ad indicare gli immigrati col permesso di soggiorno). Lo dicono ormai tutti i politici, di centro-destra e di centro-sinistra, con le stesse parole e nello stesso modo. Lo dicono, ma non lo fanno: perchè la vita di un immigrato regolare è diventata una vera e propria odissea, grazie ai provvedimenti varati da tutti i governi negli ultimi anni. (altro…)

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Un breve saggio di Annamaria Rivera, docente di Etnologia e di Antropologia sociale nell’Università di Bari, pubblicato sull’ultimo numero dei Quaderni di rassegna sindacale [Ediesse] dedicato al tema migrazioni e cittadinanza. Il titolo originario è: «Meteci transmigranti e fantasmi locali. Appunti per una fenomenologia dell’esperienza migratoria».

1. Una variante proletaria del cosmopolitismo

Secondo stime recenti della Commissione mondiale sulle migrazioni internazionali, il numero di persone che vivono fuori del paese in cui sono nate sarebbe passato dai 75 milioni del 1965 ai 150 del 2002, per raggiungere una cifra vicina ai 200 milioni nel 2005. Se a questa cifra ragguardevole si aggiunge il numero di persone che, direttamente o indirettamente – ad esempio, attraverso la memoria familiare – hanno fatto esperienza della migrazione, ci si rende conto che porsi l’interrogativo «chi sono i migranti?» significa rispondere alla domanda «chi siamo noi?». (altro…)

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Non c’è ancora niente di sicuro: ma sembra che stia arrivando il tanto atteso «decreto flussi». Sarebbe un sollievo per i tanti stranieri che hanno fatto domanda, e che non hanno ancora ricevuto risposta. E’ ancora presto per festeggiare, ma la speranza c’è. Ecco cosa sta succedendo.

Si è già parlato a lungo, in questo blog, del «decreto flussi», il provvedimento con cui i migranti possono arrivare in Italia, e ottenere un permesso di soggiorno. Ho già spiegato, in un precedente post, le mille angherie e vessazioni che i migranti, e i loro datori di lavoro, hanno dovuto subire nel decreto flussi del 2007. Arrivano ora le prime indiscrezioni su un possibile nuovo decreto, che potrebbe uscire tra la fine di Ottobre e l’inizio di Novembre. (altro…)

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In questo splendido articolo, di prossima pubblicazione sulla rivista «Guerre e Pace», Giuseppe Faso spiega alcune dinamiche della costruzione sociale del razzismo, e propone alcune strade possibili contro il dilagare della xenofobia mediatica e politica.

Il 28 luglio, in una frazione di Cerreto Guidi, una bottiglia molotov viene scagliata contro un gruppo di Sinti da due individui in moto. La prima agenzia di stampa che batte la notizia si inventa: «L’ipotesi più accreditata è che il gesto sia il frutto di una “bravata” compiuta da qualche adolescente del luogo». L’espressione è ripresa pari pari dalla maggior parte dei media. Non risulta nessun soggetto accreditato che abbia espresso tale ipotesi – anzi, perfino un fan di Oriana Fallaci, il presidente del Consiglio Regionale della Toscana,Riccardo Nencini, esprime una ferma condanna. Ma mentre queste ultime espressioni di condanna fanno parte del corredo retorico d’uso (non sono seguite infatti da nessun atto pratico), le parole dei giornali comunicano una promessa di impunità ai futuri attentatori. Mendicare ai semafori è un crimine contro il vivere civile, attentare all’incolumità e alla vita di persone appartenenti a minoranze stigmatizzate è una ragazzata. (altro…)

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Cosa rappresentarono le leggi razziali in Italia? In questo articolo, lo storico Adriano Prosperi ricorda – sul filo della storia e della memoria – che quell’episodio non rappresentò affatto una timida (e tiepida) imitazione del razzismo nazista della Germania, come vorrebbe una vulgata autoassolutoria molto in auge nel dibattito pubblico.

All’appuntamento col settimo decennale delle leggi razziali – ma sarebbe meglio chiamarle col loro vero nome, leggi razziste – l’Italia, il suo governo, la sua scuola, ma anche larga parte della sua popolazione si presentano più distratti del solito, il che non è poco. (altro…)

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