Eva Rizzin è una giovane sinta, che ha conseguito un dottorato di ricerca in geopolitica all’Università di Trieste. Da tempo svolge il suo attivismo con l’associazione di promozione sociale OsserVazione, che promuove e difende i diritti umani delle minoranze Rom e Sinte in Italia. Fa parte del Comitato Rom e Sinti Insieme, il primo coordinamento nazionale di Sinti e Rom. Le ho fatto questa intervista, di prossima pubblicazione su un volume dedicato alle problematiche dei Rom.
Eva conosce dall’interno la “cultura” dei Sinti, e forse ci può dire qualcosa in merito.
Nell’opinione comune, quella dei Rom e dei Sinti è vista come una cultura chiusa, omogenea. In genere si parla dei Rom e dei Sinti o in termini eccessivamente “romantici” (figli del vento, musicisti, danzatori ecc.), oppure in termini estremamente negativi: in questo secondo caso, gli “zingari” sono quelli che, per cultura, rubano, rifiutano le regole, trattano male i bambini, vivono di elemosina… Quello che è importante capire è che non esiste una cultura Rom omogenea: ogni gruppo, ogni comunità ha delle sue caratteristiche specifiche, ed è molto difficile generalizzare. Bisogna imparare a capire che i Rom e i Sinti sono un universo plurale, con una molteplicità di culture, tradizioni, costumi. E, soprattutto, bisogna evitare di dipingere la “cultura Rom” in modo caricaturale: è come se si parlasse degli italiani in termini di “spaghetti, mafia e mandolino”… (altro…)