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Posts Tagged ‘campi nomadi’

Eva Rizzin è una giovane sinta, che ha conseguito un dottorato di ricerca in geopolitica all’Università di Trieste. Da tempo svolge il suo attivismo con l’associazione di promozione sociale OsserVazione, che promuove e difende i diritti umani delle minoranze Rom e Sinte in Italia. Fa parte del Comitato Rom e Sinti Insieme, il primo coordinamento nazionale di Sinti e Rom. Le ho fatto questa intervista, di prossima pubblicazione su un volume dedicato alle problematiche dei Rom.

Eva conosce dall’interno la “cultura” dei Sinti, e forse ci può dire qualcosa in merito.

Nell’opinione comune, quella dei Rom e dei Sinti è vista come una cultura chiusa, omogenea. In genere si parla dei Rom e dei Sinti o in termini eccessivamente “romantici” (figli del vento, musicisti, danzatori ecc.), oppure in termini estremamente negativi: in questo secondo caso, gli “zingari” sono quelli che, per cultura, rubano, rifiutano le regole, trattano male i bambini, vivono di elemosina… Quello che è importante capire è che non esiste una cultura Rom omogenea: ogni gruppo, ogni comunità ha delle sue caratteristiche specifiche, ed è molto difficile generalizzare. Bisogna imparare a capire che i Rom e i Sinti sono un universo plurale, con una molteplicità di culture, tradizioni, costumi. E, soprattutto, bisogna evitare di dipingere la “cultura Rom” in modo caricaturale: è come se si parlasse degli italiani in termini di “spaghetti, mafia e mandolino”… (altro…)

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campicampi.jpg Su La Nazione, cronaca di Pisa, del 27 Marzo 2008, è comparso un articolo sul fenomeno delle baraccopoli, che tra l’altro cita i dati da me forniti su questo blog. Nell’articolo c’è qualche piccola inesattezza, un po’ di termini del linguaggio scandalistico e securitario (i Rom che “si spostano di continuo”, o che “bivaccano”…) e anche qualche citazione un po’ frettolosa: per esempio, si cita il mio ragionamento sull'”effetto richiamo”, che però era inserito in un discorso molto più complesso e articolato. Tuttavia, la fotografia che emerge è sostanzialmente attendibile, ed è forse l’unico articolo, tra quelli usciti recentemente sulla stampa locale, che non accredita la tesi dell'”invasione”. Lo riporto qui sotto (vedi anche la versione PDF-fotocopia dell’articolo).

Quattro accampamenti abusivi, piccoli villaggi di baracche e lamiere in cui rom, rumeni, kosovari e bulgari trovano momentaneamente la loro “casa”, bivaccando in condizioni igienico-sanitarie precarie, quasi al limite della sopravvivenza. Si spostano di continuo, sotto i ponti, nelle stradine di campagne, lungo gli argini dell’Arno, nella pineta tra Vecchiano e Migliarino, e fra Marina di Pisa e Calambrone. Ogni angolo riparato ha i suoi abitanti e il suo piccolo falò. (altro…)

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sinti.jpg I “Sinti” sono uno dei tanti gruppi in cui si suddivide l’universo dei Rom: si tratta di piccole comunità, tutte di cittadinanza italiana, che abitano da decenni – e in molti casi addirittura da secoli – nel nostro paese, svolgendo spesso l’attività di giostrai. Confinati, come gli altri gruppi Rom, nei “campi nomadi”, hanno tentato di uscirne con le proprie forze, acquistando piccoli terreni agricoli e collocandovi le proprie roulotte o le proprie case mobili. Una legge urbanistica di qualche anno fa rende illegali queste sistemazioni abitative, e rischia di far tornare queste persone nei “campi nomadi” da dove faticosamente erano uscite. Pubblico qui una piccola inchiesta su questo fenomeno condotta da Sucar Drom, e inviatami dall’amico Carlo Berini.

In Italia moltissime famiglie Rom e Sinte (in prevalenza: Sinti Piemontesi, Estrekarjia, Lombardi, Veneti, Teich, Gackane, Emiliani e Marchigiani; Rom Harvati, Lovara e Abruzzesi), hanno superanto le logiche segreganti, discriminanti e assistenziali proprie dei cosiddetti “campi nomadi”, acquistando dei piccoli appezzamenti o terreni agricoli, dove vivono con le proprie abitazioni: le roulotte e le case mobili. Questa tendenza inizia negli anni Ottanta ed esplode in un decennio. Centinaia di famiglie, con enormi sacrifici economici, acquistano terreni agricoli di circa 1000 mq. In particolare questa tipologia abitativa è propria dei Sinti Italiani, il più numeroso tra tutti i gruppi presenti in Italia di cui è stimata una presenza di circa 30/40.000 persone. (altro…)

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zigan.jpg Si parla molto in città delle cosiddette baraccopoli: poveri insediamenti di baracche e tende, abitati da cittadini stranieri che versano in condizioni di grave marginalità abitativa. Il termine baraccopoli è in realtà improprio, perchè con questa parola si indicano generalmente campi di grandi dimensioni – vere e proprie “città di baracche”, appunto – mentre una delle caratteristiche del territorio pisano è proprio la ridotta entità di gran parte degli insediamenti. A detta di politici, amministratori e quotidiani locali, i campi in città sarebbero notevolmente cresciuti, fino a diventare negli ultimi anni un vero e proprio problema di ordine pubblico e di pacifica convivenza.

Ma le cose stanno davvero così? Davvero vi è stato un rilevante incremento delle presenze? Ho provato a verificarlo prendendo in esame la serie storica dei censimenti sui campi nomadi, effettuati tra il 1988 e il 2007: e i risultati, per la verità, hanno sorpreso anche me. Proviamo ad analizzarli.
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