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Archive for the ‘Antisemitismo/razzismo’ Category

fascisti_su_marte L’ultima proposta – proveniente dal centro destra – è quella di garantire casa e lavoro «prima agli italiani». Una proposta, quella della «preferenza nazionale», che proviene direttamente dalla destra francese: e che oggi trova alimento dalla crisi economica, dalla necessità di trovare un «capro espiatorio». Una riflessione di Anna Maria Rivera, dal Manifesto.

La «preferenza nazionale» era uno slogan del Front National francese in voga negli anni ’80. Ma il Front National è un partito di estrema destra che mai è stato accolto in un governo. Che oggi siano due ministri della Repubblica italiana – prima Bossi, poi il più compassato Sacconi- a proporre la preferenza nazionale, rispettivamente sulla casa e sui lavori stagionali, è cosa che fa rabbrividire. Non solo ci conferma ciò che temiamo: l’uscita a destra dalla crisi. Ma ci prospetta che la torsione reazionaria sarà perseguita attivamente e incoraggiata. (altro…)

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schiavi Pubblicata per la prima volta in Inghilterra nel 1789, è uscita ora in lingua italiana l’autobiografia di Equiano, prima narrazione scritta in cui i «bianchi» vengono guardati con l’occhio di uno schiavo. In questa recensione, Alessandro Portelli propone alcune interessanti riflessioni sulla genesi del razzismo moderno.

L’incredibile storia di Ouladah Equiano, o Gustavus Vassa, detto l’Africano, pubblicata in Inghilterra nel 1789, è un libro a cui mettono mano tre continenti: l’Africa in cui il protagonista nasce e da cui viene deportato come schiavo; i Caraibi e il Nord America, dove vive il tempo della sua servitù (e qui tornerà, liberato, come marinaio e commerciante); l’Inghilterra, dove trascorre i suoi primi anni di schiavo e in cui si stabilisce nella sua ultima fase di uomo libero e attivista della causa antischiavista. Insomma, se si cercava un soggetto della globalizzazione ante litteram, l’avevamo sotto mano da due secoli e mezzo. (altro…)

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obama Nel suo discorso da Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama rifiuta la logica della guerra e della sicurezza a qualunque costo; e muove i primi passi per l’abolizione della tortura e l’affermazione dei diritti umani. Di seguito, inchieste e video per capire cosa sta succedendo dall’altra parte dell’Oceano.

«Noi respingiamo come falsa la scelta tra sicurezza e ideali. I nostri Padri Fondatori, messi di fronte a pericoli che noi a mala pena riusciamo a immaginare, hanno stilato una carta che garantisce […] i diritti dell’individuo […]. La nostra sicurezza emana dalla giustezza della nostra causa, dalla forza del nostro esempio, dalle qualità dell’umiltà e del ritegno». Così il neopresidente degli Stati Uniti nel suo discorso di insediamento: parole che suonano lontanissime dalla politica nostrana, ormai abituata  a fare letteralmente a pezzi i diritti in un nome di una (presunta) emergenza sicurezza. (altro…)

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claudiomarta In questi giorni natalizi è scomparso Claudio Marta, antropologo, studioso attento dei fenomeni di razzismo e di intolleranza, amico dei Rom e dei Sinti e attivista per i diritti umani. Di seguito, una sua recente intervista radiofonica e alcuni materiali per conoscere il suo pensiero.

Lo conoscevo appena, il professor Claudio Marta: era il relatore di tesi di un mio caro amico, e sapevo del suo impegno più che decennale per i Rom, i Sinti, gli immigrati e le vittime di discriminazioni in genere. Ci eravamo conosciuti ad un seminario organizzato a Roma da Daniela Carlà, il 15 Gennaio scorso. Poi, lo avevo ritrovato pochi giorni dopo, alla Conferenza Europea sulle Popolazioni Rom e Sinte del 22 e 23 Gennaio: lui, da una posizione istituzionale (era membro italiano del «Comitato di Esperti su Rom e Viaggianti» del Consiglio d’Europa, ed era stato invitato come relatore alla Conferenza) aveva appoggiato le proteste delle organizzazioni Rom, che criticavano l’operato del Ministero dell’Interno. (altro…)

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presepe Il Natale dei Rom di Pisa, tra baracche e sgomberi: un articolo di Adriano Prosperi su Repubblica.

Strano Natale. Una cronaca televisiva da Forte dei Marmi mostra un mercatino di Natale nel luogo più caro d’Italia. Un venditore dichiara soddisfatto: «Spendono, spendono». La televisione diffonde immagini da cartolina: paesaggi, consumi, uomini e donne tutto di lusso. Spostiamoci di poco. Siamo nei pressi dell’Arno, a poca distanza da Pisa. Altre immagini, altre parole. Si vedono ma non in televisione alcune baracche. Gli abitanti hanno scritto un appello, in italiano e in inglese. (altro…)

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zingari Nel Maggio scorso, il presunto rapimento di una bambina ad opera di una donna Rom a Ponticelli, vicino Napoli, aveva scatenato una delle più vergognose campagne razziste degli ultimi anni. Ora, un libro di Marco Imarisio, giornalista del Corriere della Sera, dimostra che quel rapimento era una bufala. E che dietro ai pogrom contro i Rom si nasconde l’ombra della camorra. Ecco cosa è successo.

Sono passati pochi mesi da quell’infausto 12 Maggio 2008. Allora, sui giornali di tutta Italia ha fatto capolino l’immagine della donna Rom rapitrice di bambini. I fatti sono noti. Siamo a Ponticelli, vicino Napoli: Flora Martinelli, giovane madre di 27 anni, si vede portar via – o almeno così racconta – la sua piccola, di appena sei mesi. Il padre di Flora fa appena in tempo a strappare la bimba dalle braccia della Rom rapitrice. Il campo nomadi di Ponticelli viene messo a ferro e fuoco da una folla inferocita, e in tutto il paese si scatena una vergognosa «caccia allo zingaro». Ora, a pochi mesi di distanza, il giornalista del Corriere Marco Imarisio torna su quella vicenda, in un libro che vale la pena di comprare e leggere. (altro…)

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giuseppe Giuseppe Faso studia da anni la riproduzione del discorso pubblico sull’immigrazione, con particolare riferimento al ruolo di giornali e mass-media. In questa intervista, pubblicata su «Percorsi di Cittadinanza» (rivista dell’ANCI Toscana), Giuseppe ripercorre la sua più che decennale attività di ricerca. E formula un’ipotesi: il dilagare dell’ossessione sulla «sicurezza» e la criminalizzazione dei migranti sono fenomeni che nascono dalla crisi della politica. Il potere perde legittimità, e cerca di riguadagnare terreno rafforzando i meccanismi di criminalizzazione.

La mia collaborazione con la rivista Percorsi di Cittadinanza risponde alla necessità di indagare sul ruolo delle parole, partendo sempre dalla situazione in cui uno apre il giornale, legge un manifesto murale, sente un sindaco parlare. Il discorso di Voci per un dizionario (una delle rubriche dedicate a questi temi) allude proprio al fatto che c’è una costruzione sistematica dell’immigrato e che quindi andare a cercare sui media anche le cose peggiori forse serve di meno rispetto a far emergere il carattere sistemico di quella costruzione. (altro…)

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obama L’elezione di un afroamericano alla presidenza è il segnale di profondi mutamenti nel tessuto sociale e nell’immaginario collettivo degli Stati Uniti. Questo articolo, pubblicato dal sito Peacereporter pochi giorni prima delle elezioni, ci racconta cosa è successo. Soprattutto nel «profondo Sud», dove il razzismo e la segregazione non sono scomparsi, ma dove la società sta cambiando a ritmi velocissimi.

Quanta strada hanno fatto gli Stati Uniti in mezzo secolo lo puoi capire anche da un incrocio nel centro di Montgomery, la capitale dell’Alabama. Nella città dove negli anni Cinquanta Rosa Parks si rifiutò di lasciare il suo posto sull’autobus a favore di un bianco, dove Martin Luther King iniziò la sua campagna contro la segregazione e la discriminazione razziale, davanti al museo che celebra il movimento per i diritti civili troneggia il Civil Rights Memorial. (altro…)

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Sono ormai sempre più numerosi gli studi e le ricerche che segnalano la crescita di sentimenti xenofobi, e di atti di aggressione a sfondo razziale in Italia. In questo articolo, il giornalista Reuters Massimiliano di Giorgio fa il punto della situazione. Ho aggiunto, nel corso del testo, i link a studi, ricerche ed approfondimenti ulteriori.

Mentre il centrosinistra accusa il governo di centrodestra di trascurare un’ondata di aggressioni contro gli immigrati, e il ministro dell’Interno risponde che non c’è una «emergenza razzismo», i dati di un rapporto governativo ancora non pubblicato parlano di un aumento degli atti di discriminazione, almeno nel 2007, e i ricercatori accusano entrambi gli schieramenti di aver alimentato la xenofobia, soprattutto in campagna elettorale. (altro…)

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Un breve saggio di Annamaria Rivera, docente di Etnologia e di Antropologia sociale nell’Università di Bari, pubblicato sull’ultimo numero dei Quaderni di rassegna sindacale [Ediesse] dedicato al tema migrazioni e cittadinanza. Il titolo originario è: «Meteci transmigranti e fantasmi locali. Appunti per una fenomenologia dell’esperienza migratoria».

1. Una variante proletaria del cosmopolitismo

Secondo stime recenti della Commissione mondiale sulle migrazioni internazionali, il numero di persone che vivono fuori del paese in cui sono nate sarebbe passato dai 75 milioni del 1965 ai 150 del 2002, per raggiungere una cifra vicina ai 200 milioni nel 2005. Se a questa cifra ragguardevole si aggiunge il numero di persone che, direttamente o indirettamente – ad esempio, attraverso la memoria familiare – hanno fatto esperienza della migrazione, ci si rende conto che porsi l’interrogativo «chi sono i migranti?» significa rispondere alla domanda «chi siamo noi?». (altro…)

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In questo splendido articolo, di prossima pubblicazione sulla rivista «Guerre e Pace», Giuseppe Faso spiega alcune dinamiche della costruzione sociale del razzismo, e propone alcune strade possibili contro il dilagare della xenofobia mediatica e politica.

Il 28 luglio, in una frazione di Cerreto Guidi, una bottiglia molotov viene scagliata contro un gruppo di Sinti da due individui in moto. La prima agenzia di stampa che batte la notizia si inventa: «L’ipotesi più accreditata è che il gesto sia il frutto di una “bravata” compiuta da qualche adolescente del luogo». L’espressione è ripresa pari pari dalla maggior parte dei media. Non risulta nessun soggetto accreditato che abbia espresso tale ipotesi – anzi, perfino un fan di Oriana Fallaci, il presidente del Consiglio Regionale della Toscana,Riccardo Nencini, esprime una ferma condanna. Ma mentre queste ultime espressioni di condanna fanno parte del corredo retorico d’uso (non sono seguite infatti da nessun atto pratico), le parole dei giornali comunicano una promessa di impunità ai futuri attentatori. Mendicare ai semafori è un crimine contro il vivere civile, attentare all’incolumità e alla vita di persone appartenenti a minoranze stigmatizzate è una ragazzata. (altro…)

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Cosa rappresentarono le leggi razziali in Italia? In questo articolo, lo storico Adriano Prosperi ricorda – sul filo della storia e della memoria – che quell’episodio non rappresentò affatto una timida (e tiepida) imitazione del razzismo nazista della Germania, come vorrebbe una vulgata autoassolutoria molto in auge nel dibattito pubblico.

All’appuntamento col settimo decennale delle leggi razziali – ma sarebbe meglio chiamarle col loro vero nome, leggi razziste – l’Italia, il suo governo, la sua scuola, ma anche larga parte della sua popolazione si presentano più distratti del solito, il che non è poco. (altro…)

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In questo articolo, uscito una settimana fa sul quotidiano «La Repubblica», Stefano Rodotà propone una riflessione interessante e articolata sul neorazzismo in Italia.

Colonia, 20 settembre: divieto di una manifestazione razzista. Venezia, 15 settembre, esempi di oratoria all’annuale raduno della Lega: «Macché moschee, gli immigrati vadano a pregare e pisciare nel deserto» (Giancarlo Gentilini, che rivendica la primogenitura come “sindaco-sceriffo” d’Italia); «Non ci rompete più i coglioni con gli immigrati, vecchie facce di merda» (Mario Borghezio, parlamentare). Le storie parallele possono essere ingannevoli, e vanno maneggiate con cautela. Ma questo accostamento mostra il diverso senso di responsabilità di chi governa, dietro il quale vi è una diversa sensibilità delle opinioni pubbliche. (altro…)

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In questi giorni è stato più volte proposto il parallelo tra i provvedimenti del Governo sui Rom, e le «leggi razziali» del 1938. In entrambi i casi, si sono criminalizzati interi gruppi «etnici», ed è questo che ha colpito maggiormente i commentatori. C’è però un altro aspetto su cui soffermarsi: il fascismo di allora, e il centro-destra di oggi, hanno avuto qualche difficoltà a definire il loro «nemico». Come si fa a dire con precisione chi è «ebreo», oppure chi è «Rom», distinguendo queste figure dalla popolazione maggioritaria, dagli «ariani» o dai «non-Rom»? Le classificazioni «etniche» (come quelle «razziali») sono tutt’altro che univoche, e la definzione dei confini tra i gruppi umani è il prodotto di strategie politiche complesse. Ecco qualche dato, sul filo della memoria storica.

Un vero e proprio «pacchetto sicurezza» ante litteram: si potrebbero definire così le leggi razziali varate nel 1938 dall’Italia fascista. (altro…)

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Dal NAGA di Milano, storica associazione impegnata nella tutela e nella promozione dei diritti dei migranti, ricevo e volentieri pubblico questa testimonianza sull’ennesima aggressione – stavolta, a quanto pare, da parte delle forze dell’ordine – contro un Rom rumeno. (altro…)

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A quale «razza» appartevano gli italiani emigrati in America, a cavallo tra XIX e XX secolo? Erano bianchi o «negri»? Il colore della pelle non lascerebbe dubbi: gli italiani sono bianchi, lo sono sempre stati e naturalmente lo erano anche allora. Eppure scienziati sociali, uffici pubblici e autorità di polizia ebbero più di una perplessità sulla classificazione degli italiani. Le «diversità» – ieri razziali, oggi culturali ed etniche – sono spesso il prodotto di costruzioni sociali e di strategie politiche.

«Gli italiani sono bianchi»? Se torniamo indietro di qualche decennio, scopriamo che la risposta a questa domanda appare a molti tutt’altro che ovvia. Alla fine del XIX secolo, in particolare, il gruppo di antropologi positivisti raccolti attorno a Cesare Lombroso, Giuseppe Sergi e Alfredo Niceforo si convince dell’inferiorità razziale dei meridionali: così, mentre gli italiani del Nord discenderebbero da una «razza ariana» superiore, quelli del Sud avrebbero origini africane… (altro…)

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Una lettrice di «City», il quotidiano in distribuzione delle metropolitane e nelle stazioni, ha letto il mio articolo sui Rom pubblicato sul numero del 16 Maggio, e mi ha scritto una risposta che ho trovato piena di veleni e di pregiudizi. La pubblico comunque, perchè penso che dia voce a quel che si dice in giro in questo periodo: e perchè sono convinto che meriti una risposta precisa e circostanziata. Di seguito la lettera della signora, e le mie osservazioni.

Caro sig. Bontempelli, ritengo che il Suo articolo, pubblicato su City lo scorso venerdì 16 maggio, intitolato «Contro i Rom le stesse accuse rivolte agli Ebrei», costituisca un’offesa nei riguardi degli Ebrei, degli immigrati onesti e degli Italiani tutti. Lei si firma esperto d’immigrazione ma si dimostra ignorante di storia. (altro…)

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Tornano in questi giorni, a proposito dei Rom, le infamanti accuse di rapimento di bambini. Accuse false, inventate e drammaticamente simili a quelle che, solo pochi secoli fa, colpivano gli ebrei: cerchiamo di ricostruire brevemente le une e le altre, sul filo della memoria storica.

Dunque, gli zingari ruberebbero i bambini: è quanto si apprende dalla stampa nazionale di questi giorni, a proposito del caso recentemente accaduto (o inventato) a Ponticelli, vicino Napoli (che, come riportano le cronache di oggi, ha avuto un seguito drammatico, con aggressioni e violenze contro i Rom). Una vicenda dai contorni ancora poco chiari, ma che secondo alcuni quotidiani (il più convinto sembra Il Giornale) non lascerebbe dubbi. Le cose stanno proprio così, i Rom rubano davvero i bambini? Vediamo più da vicino… (altro…)

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Eva Rizzin è una giovane sinta, che ha conseguito un dottorato di ricerca in geopolitica all’Università di Trieste. Da tempo svolge il suo attivismo con l’associazione di promozione sociale OsserVazione, che promuove e difende i diritti umani delle minoranze Rom e Sinte in Italia. Fa parte del Comitato Rom e Sinti Insieme, il primo coordinamento nazionale di Sinti e Rom. Le ho fatto questa intervista, di prossima pubblicazione su un volume dedicato alle problematiche dei Rom.

Eva conosce dall’interno la “cultura” dei Sinti, e forse ci può dire qualcosa in merito.

Nell’opinione comune, quella dei Rom e dei Sinti è vista come una cultura chiusa, omogenea. In genere si parla dei Rom e dei Sinti o in termini eccessivamente “romantici” (figli del vento, musicisti, danzatori ecc.), oppure in termini estremamente negativi: in questo secondo caso, gli “zingari” sono quelli che, per cultura, rubano, rifiutano le regole, trattano male i bambini, vivono di elemosina… Quello che è importante capire è che non esiste una cultura Rom omogenea: ogni gruppo, ogni comunità ha delle sue caratteristiche specifiche, ed è molto difficile generalizzare. Bisogna imparare a capire che i Rom e i Sinti sono un universo plurale, con una molteplicità di culture, tradizioni, costumi. E, soprattutto, bisogna evitare di dipingere la “cultura Rom” in modo caricaturale: è come se si parlasse degli italiani in termini di “spaghetti, mafia e mandolino”… (altro…)

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Eduard Drumont 75-80.000 individui, lo 0,2% della popolazione complessiva su un totale di circa 38 milioni di abitanti: tanti erano gli ebrei, in Francia, negli anni Ottanta dell’Ottocento. Una percentuale quasi identica a quella dei Rom e Sinti presenti oggi in Italia, la cui consistenza numerica è stimata dal Ministero dell’Interno attorno alle 120-150.000 persone (lo 0,2 per cento della popolazione, appunto). Ma il principale polemista antisemita dell’epoca, Eduard Drumont, era pronto a giurare sull’invasione degli ebrei: così come oggi, di fronte ai nuovi arrivi di Rom rumeni, si grida all’orda barbarica incontrollabile. (altro…)

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