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Posts Tagged ‘sicurezza’

genitilini-duce Il cosiddetto «decreto antistupri» approvato alla fine della scorsa settimana, legalizza ronde, pattugliamenti del territorio, squadre e milizie private. La violenza politica, incubo del recente passato italiano, viene ora «sdoganata» e posta al servizio del potere: contro migranti, Rom, senza fissa dimora, vecchie e nuove marginalità sociali vecchie e nuove. Un lucido intervento di Gad Lerner, dal suo blog personale, sulle possibili conseguenze di provvedimenti del genere.

Un governo estremista e irresponsabile introduce d’urgenza nel nostro ordinamento le ronde dei cittadini, nonostante le perplessità manifestate dalle stesse forze di polizia, accampando la più ipocrita delle motivazioni: lo facciamo per contenere la furia del popolo. Spacciano le ronde come freno alla «giustizia fai-da-te», cioè alle ormai frequenti aggressioni di malcapitati colpevoli di essere stranieri o senza fissa dimora. Ma tale premura suona come una cinica beffa: la violenza, si sa, è stata fomentata anche dai messaggi xenofobi di sindaci e ministri. Il decreto governativo giunge come una benedizione delle camicie verdi padane e delle squadracce organizzate dalla destra romana. (altro…)

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obama Nel suo discorso da Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama rifiuta la logica della guerra e della sicurezza a qualunque costo; e muove i primi passi per l’abolizione della tortura e l’affermazione dei diritti umani. Di seguito, inchieste e video per capire cosa sta succedendo dall’altra parte dell’Oceano.

«Noi respingiamo come falsa la scelta tra sicurezza e ideali. I nostri Padri Fondatori, messi di fronte a pericoli che noi a mala pena riusciamo a immaginare, hanno stilato una carta che garantisce […] i diritti dell’individuo […]. La nostra sicurezza emana dalla giustezza della nostra causa, dalla forza del nostro esempio, dalle qualità dell’umiltà e del ritegno». Così il neopresidente degli Stati Uniti nel suo discorso di insediamento: parole che suonano lontanissime dalla politica nostrana, ormai abituata  a fare letteralmente a pezzi i diritti in un nome di una (presunta) emergenza sicurezza. (altro…)

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cioni L’assessore fiorentino Graziano Cioni è ricordato per la sua crociata sulla «legalità», con la quale ha cercato di colpire Rom, «lavavetri» e mendicanti. Oggi, un’inchiesta de «L’Espresso» rivela che quella campagna «legalitaria» del Comune toscano è stata finanziata da Ligresti. Di seguito una riflessione di Ritanna Armeni, da «Liberazione», e il video-audio delle intercettazioni con i dettagli della vicenda.

Adesso si parla di una possibile nuova Tangentopoli, di una nuova ondata di scandali, di denunce, di casi di corruzione che coinvolgono e rischiano di distruggere il partito Democratico di Walter Veltroni come, agli inizi degli anni ’90, hanno travolto e cancellato il partito socialista di Bettino Craxi. (altro…)

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paura Una ricerca svela che l’insicurezza in Italia è diminuita negli ultimi mesi: e, a quanto pare, è in calo anche la paura nei confronti degli immigrati e dei Rom. Eppure, tutto questo non ha alcuna relazione con i dati reali: perchè, certo, i reati diminuiscono, ma diminuivano anche nei periodi di maggior allarme; e gli immigrati continuano ad arrivare oggi, esattamente come arrivavano qualche mese fa. Insomma, l’«insicurezza» non sembra derivare da fatti concreti, ma si rivela piuttosto una costruzione mediatico-politica: lo spiega Ilvo Diamanti in questo articolo, pubblicato recentemente su «Repubblica».

E’ passato un anno, dodici mesi appena, ma l’Italia sembra un’altra. Meno impaurita e meno insicura. Infatti, l’inverno è vicino, ma il clima d’opinione registra un disgelo emotivo evidente. Come testimonia il Secondo Rapporto curato da Demos e dall’Osservatorio di Pavia per Unipolis sulla rappresentazione della sicurezza nella percezione sociale e nei media. (altro…)

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Nelle retoriche politiche dominanti, l’insistenza sulla «legalità» serve per stigmatizzare gli immigrati e i Rom, da sempre dipinti come coloro che «non rispettano le regole». In realtà, sono proprio le leggi e i decreti sulla «sicurezza» i primi a violare le regole, soprattutto quelle relative ai diritti umani e alle libertà fondamentali. Il «paradosso della legalità» è proprio qui: in un discorso che, in nome delle «regole», autorizza lo smantellamento sistematico del diritto. Un mio articolo, di prossima pubblicazione sulla rivista «Guerre e Pace».

Esiste, certo, una emergenza legalità a proposito dell’immigrazione. I lettori non si scandalizzino: non stiamo accreditando le politiche securitarie dei governi. Perché la legalità di cui si parla è di genere diverso: proviamo a farne un piccolo inventario. (altro…)

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Un’inchiesta del Sole 24 Ore sulle grandi città – Roma, Milano e Napoli – dimostra che i reati nel 2008 sono in calo, e proseguono il ritmo discendente iniziato da alcuni anni.

Ormai gli addetti ai lavori lo sanno: non esiste nessuna emergenza sicurezza in Italia. Nulla che giustifichi misure eccezionali, nulla che autorizzi l’impiego dell’esercito nelle strade delle nostre città. Secondo un’indagine dell’ISTAT, tra il 2000 e il 2008 sono diminuiti gli omicidi, gli scippi, i furti di veicoli e di oggetti dai veicoli, i furti nelle abitazioni. Molti reati hanno avuto un andamento decrescente, altri sono rimasti costanti, in qualche caso si sono registrati aumenti: una situazione, comunque, del tutto sotto controllo, che non giustifica l’allarme lanciato da giornali, mass-media e mondo politico. Un’altra inchiesta, condotta dal Ministero dell’Interno, aveva confermato il calo del numero dei reati nel periodo 2005-2007. I reati nel loro complesso erano diminuiti leggermente nel periodo considerato: e, tra quelli in diminuzione, si registravano i furti, le rapine, gli omicidi, le lesioni dolose, gli incendi, i danneggiamenti e le estorsioni, mentre i crimini connessi agli stupefacenti apparivano stabili. Ora, un’inchiesta del Sole 24 Ore condotta nelle grandi città dimostra che il trend negativo è proseguito anche nei primi mesi del 2008. Ecco alcuni dati tratti dal quotidiano di Confindustria. (altro…)

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Come nasce, a chi e a cosa serve la «dichiarazione dello stato d’emergenza» fatta dal Governo per «il persistente ed eccezionale afflusso di extracomunitari». Di seguito il commento di Fulvio Vassallo Paleologo, dell’Università di Palermo, dal sito Melting Pot.

La dichiarazione dello stato di emergenza nazionale è prevista dall’articolo 5, comma 1, della legge 225 del 24 febbraio 1992, in base alla quale il presidente del Consiglio «delibera lo stato di emergenza, determinandone durata ed estensione territoriale in stretto riferimento alla qualità e alla natura degli eventi. Con le medesime modalità si procede alla eventuale revoca dello stato di emergenza al venir meno dei relativi presupposti». (altro…)

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Si possono calpestare i diritti degli individui in nome della sicurezza della collettività? La domanda si pone con forza in tutti i paesi occidentali, a cominciare dagli Stati Uniti: a Guantanamo, per difendere la società americana dalla minaccia del terrorismo internazionale si sono legittimate torture e trattamenti inumani. Negli Stati Uniti, però, i giudici federali hanno difeso i diritti garantiti dalla Costituzione, e si sono opposti agli abusi dell’Amministrazione Bush. In Italia, l’approvazione del «decreto sicurezza» non è stata accompagnata da analoghi conflitti. Ancora uno splendido articolo di Adriano Prosperi.

Il manichino sulla sedia elettrica che a Milano produceva a comando smorfie di dolore riassume l’immagine della giustizia oggi prevalente in Italia: una fabbrica di spettacoli, dove tutti diventano attori di se stessi e la realtà si trasforma continuamente in «reality». Eppure attraverso la giustizia passa oggi un conflitto di importanza fondamentale: quello tra sicurezza collettiva e diritti individuali. Proviamo a vederlo attraverso lo specchio di casi che emergono nella stampa internazionale. (altro…)

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Stato di emergenza, decreti sicurezza, leggi speciali. Sono gli ingredienti della deriva autoritaria di un paese, che adesso si sente minacciato persino dai profughi e dai bambini che muoiono in mezzo al mare… Solo pochi decenni fa, un clima analogo di paura e di emergenza portò all’instaurazione di un vero e proprio regime. Ce lo ricorda un grande storico in questo bellissimo articolo pubblicato su La Repubblica.

Proviamo a dare all’emergenza italiana i volti dei due bambini morti di stenti nella traversata del Canale di Sicilia. Non conosciamo quei volti e non li vedremo mai più. Ma è quello lo specchio dove gli italiani debbono imparare a guardare le loro paure. Nelle categorie inventate dalla legislazione della paura non ci sono gli esseri umani nella loro concretezza. Vi si parla di clandestini, di saturazione. Queste parole, oltre ad essere astrazioni create per veicolare sensazioni di pericolo e di minaccia, hanno una storia che bisognerebbe raccontare. (altro…)

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C’è uno strano paradosso nelle attuali campagne allarmistiche contro gli immigrati e i Rom: l’appello sempre più insistito alla «legalità» legittima interventi istituzionali al di fuori delle regole. Così, norme in teoria costruite per tutti vengono applicate selettivamente solo ad alcune categorie: come le espulsioni, che dovrebbero colpire tutti gli immigrati senza documenti, e che in realtà sono utilizzate contro Rom e senza fissa dimora stranieri. O, ancora, si emanano ordinanze illegali e illegittime – come quelle fiorentine sui lavavetri o sui mendicanti – per colpire comportamenti non penalmente perseguibili. In questo modo, la maschera della «legalità» copre e legittima un comportamento sempre più arbitrario da parte delle istituzioni. Un articolo stimolante e argomentato di Alessandro Simoni, tratto dall’ultimo numero di Reset.

La campagna elettorale appena terminata è stata probabilmente la prima della storia italiana nella quale la «questione zingara» compariva nel programma ufficiale di uno dei partiti in corsa. Nel programma del Popolo della Libertà troviamo infatti il «contrasto all’insediamento abusivo di nomadi e (l’)allontanamento di tutti coloro che risultino privi di mezzi di sostentamento legali e di regolare residenza», che in una versione sintetica diventa «sgombero degli insediamenti abusivi e allontanamento dei nomadi senza residenza e mezzi di sostentamento». Si tratta, ovviamente, dei cascami dell’enorme visibilità mediatica che la presenza rom ha assunto nei mesi precedenti alle elezioni, con un culmine nel periodo immediatamente successivo all’assassinio di Giovanna Reggiani. Non credo che valga qui la pena soffermarsi sui meccanismi che portano alla sovraesposizione di tutto quanto è classificato come «rom», «nomade», «zingaro», e sulla potenza dello stereotipo del rom come parassita sociale. (altro…)

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«Il Parlamento è sovrano e deciderà secondo coscienza e buon senso». Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in una conferenza stampa congiunta con il presidente francese, Nicolas Sarkozy, a proposito delle critiche all’ipotesi di introduzione del reato di immigrazione clandestina. «Personalmente» – ha aggiunto Berlusconi – «penso che non si può perseguire qualcuno per la permanenza non regolare nel nostro Paese condannandolo con una pena, ma questa può essere una aggravante se commette un reato» (RaiNews24).

Avevamo pensato che fossero fortissimi e determinati: e invece stanno già cedendo. Coraggio, possiamo farcela!

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Nei prossimi giorni si dovranno celebrare i primi processi in cui è in gioco l’aggravante di immigrazione clandestina, prevista dal decreto sicurezza del nuovo Governo. In questa intervista l’avvocato Giovanni Palombarini spiega come le norme approvate a Napoli sono non solo anticostituzionali, ma anche inefficaci rispetto agli obiettivi dichiarati. Dal sito Melting Pot.

La prima osservazione è generica e va al di là anche dello stesso “pacchetto sicurezza”. Riguarda tutti gli interventi, misure ed iniziative di questo genere: ancora una volta, se la vogliamo mettere in termini di efficienza e di conseguimento dei risultati, si è vittime, questo io ne sono convinto, di quella che veniva chiamata e che io continuo a chiamare “illusione repressiva”.
Cioè, si pensa che di fronte ad un fenomeno sociale di grosse dimensioni, di poterlo governare in qualche modo, e non si sa bene da che parte prenderlo, perché l’approccio fino ad oggi è sempre stato abbastanza sbagliato e continua ad essere sbagliato.
Vi è l’illusione che, a fronte di questo tipo di difficoltà, individuando nuovi reati, aumentando le pene, mettendo aggravanti, allungando i tempi di detenzione nei centri di permanenza temporanea, cambiando il loro nome, si risolva il problema.
La verità è che nel nostro paese, già da qualche tempo, nel corso di questi ultimi 10 anni, è cresciuto e si è sviluppato un “diritto penale speciale”, un “diritto penale dello straniero”, che, lasciando perdere altre considerazioni di ordine costituzionale, o addirittura di tipo umanitario, guardandolo solo dal punto di vista dei risultati, non ha prodotto nessun risultato. (altro…)

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Il NAGA è la «storica» associazione milanese impegnata nella tutela e la promozione dei migranti: i suoi attivisti, tutti volontari, stanno vivendo in queste ore – assieme ai cittadini stranieri – le retate, le perquisizioni e in generale i primi effetti del «decreto sicurezza». In questa intervista, pubblicata oggi sul «Manifesto», il giovane avvocato Pietro Massarotto, presidente dell’associazione, riflette sulla deriva razzista e securitaria delle politiche nazionali: ma anche sulla loro inefficacia a governare un fenomeno complesso come quello dell’immigrazione.

A Pietro Massarotto, avvocato e presidente del NAGA, storica associazione che a Milano si occupa della salute e dei diritti dei migranti, è tornata la voglia di fare politica, fuori dai partiti, cercando sponde non istituzionali per tornare a far circolare un po’ di razionalità. (altro…)

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Una intervista a Sandro Chignola, docente all’Università di Padova, propone un’interpretazione originale del recente “pacchetto sicurezza”. Un insieme di norme sostanzialmente ingestibili e irrealistiche. Dal sito Melting Pot

Un primo commento non può esimersi dal valutare questo perseguire in maniera lucida e maniacale l’idea di una differenziazione del soggetto di diritto, cosa assolutamente aberrante dal punto di vista della logica costituzionale, con l’idea per esempio di istituire un commissario ai ROM che già differenzia e circoscrive un intero popolo. Da questo punto di vista possiamo valutare i dispositivi messi in campo con il “pacchetto sicurezza” con riguardo alla loro incisività sul principio storico dell’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Da un altro lato possiamo dire di trovarci a confronto con una procedura emergenziale, di fatto ingestibile, che tenderà ad avere effetti evidentemente criminogeni, poiché introdurre un reato come quello di clandestinità, aldilà del fatto che ritengo sia un dispositivo di pura facciata, significa rendere criminale oltre mezzo milione di persone dall’oggi al domani. (altro…)

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Uno splendido articolo di Giuseppe Faso, uscito sul numero in edicola di Left. La cosiddetta “percezione di insicurezza” non è un sentimento spontaneo della “gente comune”. E’, invece, il prodotto complesso di strategie comunicative messe in opera da giornalisti, politici, intellettuali. Sono i colti a costruire cornici ideologiche che portano alle sensazioni “di strada”.

Un gruppo nutrito di persone va ripetendo che sono inutili le certezze sulla diminuzione dei crimini, quello che conta è l’aumentata percezione dell’insicurezza. E che non averne tenuto conto ha nuociuto al marketing del centro-sinistra. Hanno cominciato Veltroni (allora Sindaco di Roma) e Amato (allora Ministro dell’Interno). (altro…)

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In questo blog ho più volte segnalato l’inconsistenza della cosiddetta “emergenza sicurezza” agitata da giornali e televisioni. I dati di un recente rapporto dell’ISTAT restituiscono una fotografia complessa sulla criminalità in Italia, che non legittima il clima emergenziale creato dalla politica.

Come si è evoluta la criminalità negli ultimi anni? L’Italia è un paese insicuro? Siamo in presenza di una crescita esponenziale dei reati? Una recente ricerca dell’ISTAT fornisce un’immagine ben più “mossa” e complicata di quella proposta da giornali e televisioni. (altro…)

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Come noto, lo slogan Tolleranza Zero è stato coniato originariamente negli Stati Uniti, ed è diventato il pilastro delle politiche penali a New York all’inizio degli anni ’90, sotto l’amministrazione guidata da Rudolph Giuliani. Quali sono stati i risultati di quel modello? Ha funzionato? Ha prodotto effetti positivi? Una piccola inchiesta, utile per rispondere ai cantori nostrani (e acritici) del “pugno di ferro”.

Tolleranza Zero (Zero Tolerance) è lo slogan con il quale il repubblicano Rudolph (Rudy) Giuliani ha vinto le elezioni municipali nel Gennaio 1994, e governato New York negli anni successivi. Le origini di questo slogan, però, vanno cercate nei decenni precedenti. (altro…)

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Enrico Pugliese è uno dei più acuti e competenti studiosi italiani dei fenomeni migratori, nonchè uno storico animatore-dirigente della Rete Nazionale Antirazzista e dei movimenti per i diritti dei migranti. Questo articolo, pubblicato oggi sul Manifesto, comincia con un reportage su un viaggio verso Tirana, a bordo di una delle tante navi che riportano a casa i migranti albanesi. Di qui sviluppa una riflessione su come sono cambiate le cose, dall’epoca in cui gli albanesi sbarcavano a bordo delle “carrette del mare”. E, infine, propone un parallelo con gli “albanesi” di oggi, i migranti rumeni, criminalizzati e stigmatizzati come lo furono allora i cittadini del Paese delle Aquile. Una riflessione sulle “emergenze securitarie” – di ieri e di oggi – che ho trovato, letteralmente, splendida. Buona lettura…

Nella nave della Tirrenia da Bari a Durazzo su oltre un migliaio di passeggeri gli italiani si contano sulla punta delle dita. Eppure tutti parlano italiano: non solo nel senso che questa è la lingua con la quale tutti si rivolgono al personale di bordo o ai camerieri, ma anche perché in questa lingua i passeggeri, quasi tutti albanesi, a volte parlano anche tra di loro, soprattutto i più giovani. Si tratta d’altronde di ragazzi nati in Italia, magari da coppie miste, o arrivati giovanissimi. Anche l’aspetto avvicina sempre più questi nuovi albanesi agli italiani. La componente borghese dei viaggiatori – quella arrivata 15 anni addietro con i pericolosi gommoni e che ora viaggia in cabina – non si distingue affatto. Così nella componente proletaria, in larga misura giovane, l’aspetto è simile quello dei coetanei italiani. Pochi tra i passeggeri di ponte dormono sdraiati per terra, sono quelli più anziani, molto simili ai nostri emigranti-proletari che andavano in Svizzera o in Germania 40 o 50 anni fa. Non so se sono i più poveri nella nave, sono certo i più stanchi e quelli con maggior necessità (o volontà) di risparmiare. Sono gli emigranti di prima generazione, quelli che pensano innanzitutto al risparmio e al ritorno, come d’altronde la letteratura internazionale sulle migrazioni ha sempre sottolineato. (altro…)

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Pubblico questo bell’articolo di Gad Lerner, tratto dal suo blog, e uscito recentemente su Vanity Fair

Non so in che misura la violenza sessuale esercitata il 16 aprile scorso dal rumeno Joan Rus su una studentessa sudafricana abbia influenzato l’elezione del sindaco di Roma. Ma so che nel frattempo lo stupro, l’abuso e l’umiliazione si ripetono in Italia centinaia, migliaia di volte senza diventare un “caso politico”, solo perché nella grande maggioranza dei casi i violentatori sono nativi della penisola anziché immigrati. E magari pure capifamiglia che tra le mura domestiche si sentono in diritto di spadroneggiare sulle “nostre” femmine, salvo poi comprare a modico prezzo il sesso delle straniere prostitute quando decidono di concedersi una libera uscita.

Almeno un paio di volte alla settimana viene ritrovato il cadavere di una di queste poverette in una roggia o in un bosco, magari nuda e chiusa in un sacco della spazzatura. Ma state tranquilli che la politica non ci farà su comizi; i giornali ricameranno serial killer lontano dalla prima pagina; e nessun sindaco veronese invocherà la pena di morte per gli esagerati consumatori nostrani di carne d’importazione. (altro…)

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Dal blog di Hagar traggo questo articolo sulle violenze sessuali contro le donne. Facendo due conti sui dati del Ministero dell’Interno, l’autrice spiega come l’allarme-stupri collegato all’immigrazione rumena è una costruzione mediatica: gran parte delle violenze avviene in casa, all’interno delle mura domestiche. Il problema vero è la violenza dell’uomo sulla donna, non la violenza dello straniero sull’italiana…

Secondo il Viminale in Italia avvengono 13 stupri al giorno. Nel 2007, scrive Lucia Annunziata, ci sono stati 4.663 casi di violenza sessuale, sempre in Italia e sempre secondo il Viminale. Le denunce non sono più del 4%. Nel 69% dei casi la violenza è opera del marito, dell’ex fidanzato, di un amico, conoscente o parente. [Clicca QUI per leggere il post di Lucia Annunziata]. Voglio fare quattro conti della serva, ma prendo comunque la calcolatrice, chè non si dica mai che le serve non sanno contare… (altro…)

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