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fascisti_su_marte L’ultima proposta – proveniente dal centro destra – è quella di garantire casa e lavoro «prima agli italiani». Una proposta, quella della «preferenza nazionale», che proviene direttamente dalla destra francese: e che oggi trova alimento dalla crisi economica, dalla necessità di trovare un «capro espiatorio». Una riflessione di Anna Maria Rivera, dal Manifesto.

La «preferenza nazionale» era uno slogan del Front National francese in voga negli anni ’80. Ma il Front National è un partito di estrema destra che mai è stato accolto in un governo. Che oggi siano due ministri della Repubblica italiana – prima Bossi, poi il più compassato Sacconi- a proporre la preferenza nazionale, rispettivamente sulla casa e sui lavori stagionali, è cosa che fa rabbrividire. Non solo ci conferma ciò che temiamo: l’uscita a destra dalla crisi. Ma ci prospetta che la torsione reazionaria sarà perseguita attivamente e incoraggiata. Continua a leggere »

genitilini-duce Il cosiddetto «decreto antistupri» approvato alla fine della scorsa settimana, legalizza ronde, pattugliamenti del territorio, squadre e milizie private. La violenza politica, incubo del recente passato italiano, viene ora «sdoganata» e posta al servizio del potere: contro migranti, Rom, senza fissa dimora, vecchie e nuove marginalità sociali vecchie e nuove. Un lucido intervento di Gad Lerner, dal suo blog personale, sulle possibili conseguenze di provvedimenti del genere.

Un governo estremista e irresponsabile introduce d’urgenza nel nostro ordinamento le ronde dei cittadini, nonostante le perplessità manifestate dalle stesse forze di polizia, accampando la più ipocrita delle motivazioni: lo facciamo per contenere la furia del popolo. Spacciano le ronde come freno alla «giustizia fai-da-te», cioè alle ormai frequenti aggressioni di malcapitati colpevoli di essere stranieri o senza fissa dimora. Ma tale premura suona come una cinica beffa: la violenza, si sa, è stata fomentata anche dai messaggi xenofobi di sindaci e ministri. Il decreto governativo giunge come una benedizione delle camicie verdi padane e delle squadracce organizzate dalla destra romana. Continua a leggere »

lampedusa_barcone La ricostruzione della rivolta di Lampedusa, in un piccolo dossier a cura del sito Melting Pot. Le immagini dalla web tv C6tv.

Era annunciato. Non solo perchè la struttura non risponde alla normativa anti-incendio stabilita dallo stesso Ministero dell’Interno, ma anche per la scelta di trasformare quello che fino a poco tempo fa era un centro di prima accoglienza e soccorso – da cui secondo il premier si poteva “uscire a bere un birra in paese” – in un Centro di identificazione ed espulsione (anche se ancora non è possibile visionare il testo del decreto istitutivo). E poi le espulsioni collettive, i rimpatri di massa nei confronti dei cittadini tunisini per i quali le domande d’asilo (un diritto soggettivo) sono considerate carta straccia.

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Dopo le esternazioni e le minacce del Ministro Maroni contro il settimanale Famiglia Cristiana tantissime persone hanno sottoscritto il seguente appello. Per firmarlo, invia un’e-mail a gius.faso@tiscali.it.

Signor Ministro Roberto Maroni, abbiamo letto della Sua volontà di intraprendere un’azione legale nei confronti del direttore del settimanale Famiglia Cristiana, che Lei accusa di averLe recato offesa personale per aver definito «leggi razziali» i provvedimenti del Governo verso i cittadini stranieri e le fasce più deboli della società. Noi sottoscritti/e, uomini e donne di nazionalità diverse, nei nostri rispettivi ambiti di lavoro, di ricerca, di studio, di impegno sociale e politico, abbiamo sempre contrastato pubblicamente e nel nostro agire quotidiano l’intolleranza, la xenofobia e il razzismo.

Perciò continueremo a denunciare le retoriche xenofobiche e le politiche razziste messe in atto dal Governo di cui Lei fa parte. Riteniamo, infatti, sia nostro dovere personale, professionale, civile rispettare la Carta costituzionale e batterci per una società rispettosa dei diritti di tutti/e, indipendentemente dalla loro provenienza, nazionalità, condizione sociale.

Le schedature di adulti e bambini rom, le classi differenziali per gli alunni stranieri, l’obbligo al personale medico di segnalare gli stranieri «irregolari», il reato d’immigrazione clandestina, il permesso di soggiorno a punti, le norme restrittive sui ricongiungimenti familiari, la legalizzazione delle ronde padane, il carcere fino a quattro anni per gli irregolari che non rispettino l’ordine di espulsione, il divieto d’iscrizione anagrafica e la schedatura presso il Suo Ministero non solo dei senza-domicilio-fisso, ma anche di tutti coloro che abitano in dimore diverse da appartamenti: l’insieme di queste misure lede profondamente i diritti fondamentali delle persone e i principi dell’uguaglianza e della democrazia.

Queste misure configurano una forma di razzismo istituzionale, tanto più grave e intollerabile per il fatto che, per sostenerle, un ministro della Repubblica, Lei stesso, auspica la cattiveria nei confronti dei più deboli. Noi siamo quella parte della società civile che condivide il giudizio espresso da Famiglia Cristiana e che continuerà a perseverare nel proprio impegno antirazzista. Se vuole essere coerente, Signor Ministro, denunci anche noi.

Diritto alla salute Il «NAGA» è una storica associazione impegnata nella tutela dei diritti dei migranti,  soprattutto in ambito sanitario. In questo articolo, il presidente dell’associazione Pietro Massarotto parla del disegno di legge sulla «sicurezza», e della segnalazione dei «clandestini» da parte dei medici. La decisione del Senato, spiega Massarotto, non ha nulla a che fare con la sicurezza, e nemmeno con la spesa sanitaria (gli immigrati non rappresentano affatto un onere eccessivo, come fa credere la propaganda leghista): si tratta piuttosto del tassello di una politica dichiaratamente razzista e discriminatoria. Ecco perchè.

In Senato è stato abrogato il divieto di segnalazione all’autorità dei cittadini stranieri irregolari che si rivolgono alle strutture sanitarie. Il diritto alla salute non è più un diritto di tutti. Non è stato introdotto l‘obbligo di segnalazione, ma poco cambia. In questo caso basta il rischio, il dubbio della segnalazione per inibire l’accesso. Continua a leggere »

medicinamigrazioni Il disegno di legge sulla sicurezza n. 733 passa al Senato. Viene cancellato il diritto alla salute per gli immigrati irregolari, introdotta una tassa per quelli col permesso di soggiorno. La residenza viene subordinata all’idoneità dell’alloggio in cui si vive, i matrimoni saranno ostacolati. La vita di milioni di cittadini stranieri diventerà ancora più difficile. E il sistema dei diritti umani, in Italia, viene messo definitivamente in soffitta. Ecco le motivazioni di un simile provvedimento: se non facessero piangere, ci sarebbe da ridere.

Con 154 voti favorevoli e 114 contrari il Senato della Repubblica ha approvato il disegno di legge 733 sulla sicurezza, di cui si è già parlato ampiamente in questo blog. La versione definitiva, come esce dall’aula del Senato, è roba da far venire i brividi. In estrema sintesi: restrizioni all’acquisto della cittadinanza per matrimonio, con l’obbligo di esibire il permesso di soggiorno per sposarsi; introduzione del reato di ingresso e soggiorno irregolare, con un’ammenda da 5.000 a 10.000 euro; residenza anagrafica subordinata all’idoneità dell’alloggio in cui si vive; obbligo di esibire il permesso di soggiorno per le operazioni di trasferimento del denaro ai paesi di origine; tassa da 80 a 200 euro per il rinnovo del permesso di soggiorno; registro per senza fissa dimora; permesso di soggiorno «a punti». Ma l’aspetto peggiore e più odioso è l’abolizione del cosiddetto «divieto di segnalazione»: in altre parole, da ora in poi un medico che curi un «clandestino» potrà denunciarlo alle autorità di Pubblica Sicurezza, e consentirne così l’espulsione. Continua a leggere »

schiavi Pubblicata per la prima volta in Inghilterra nel 1789, è uscita ora in lingua italiana l’autobiografia di Equiano, prima narrazione scritta in cui i «bianchi» vengono guardati con l’occhio di uno schiavo. In questa recensione, Alessandro Portelli propone alcune interessanti riflessioni sulla genesi del razzismo moderno.

L’incredibile storia di Ouladah Equiano, o Gustavus Vassa, detto l’Africano, pubblicata in Inghilterra nel 1789, è un libro a cui mettono mano tre continenti: l’Africa in cui il protagonista nasce e da cui viene deportato come schiavo; i Caraibi e il Nord America, dove vive il tempo della sua servitù (e qui tornerà, liberato, come marinaio e commerciante); l’Inghilterra, dove trascorre i suoi primi anni di schiavo e in cui si stabilisce nella sua ultima fase di uomo libero e attivista della causa antischiavista. Insomma, se si cercava un soggetto della globalizzazione ante litteram, l’avevamo sotto mano da due secoli e mezzo. Continua a leggere »

gigi_grande Dopo le ordinanze sui venditori ambulanti e sui Rom, il Sindaco di Pisa apre un nuovo capitolo delle sue politiche securitarie: con una delibera della Società della Salute (l’organismo di coordinamento delle politiche socio-sanitarie di tutti i comuni della zona), si dispone il taglio di 650 mila euro ai progetti sociali. Scompaiono così pressochè tutti gli interventi sulle marginalità: dalle unità di strada per i senza fissa dimora ai progetti di assistenza alle prostitute vittime di tratta. Una scelta che riporta la città indietro di decenni. Ecco cosa sta succedendo.

Più di 650 mila euro: è questo l’ammontare dei tagli che i Comuni della zona pisana hanno previsto nei capitoli di spesa sulle politiche sociali. Per i disabili, per le persone anziane, per gli immigrati o per i quartieri di periferia ci saranno, nel 2009, centinaia di migliaia di euro in meno rispetto al 2008. Continua a leggere »

ndipisanotizie1 In questi giorni parte una nuova esperienza editoriale: un quotidiano online su Pisa e provincia. Promosso dal sottoscritto, assieme ad amici e compagni con cui ho condiviso lunghi anni di volontariato e di impegno sociale, il sito intende fornire ogni giorno inchieste, approfondimenti e informazioni sulla città. Dunque, oltre a questo blog – che continuerà ad esistere e ad aggiornarvi sui temi di cui mi occupo – invito tutti i lettori a visitare www.pisanotizie.it.

Nasce oggi Pisanotizie. Iniziamo un cammino che ci auguriamo sia lungo, affollato, a volte anche accidentato, ma sopratutto ricco di incontri, fatto di corpi e di parole: parole che provino a raccontare la società ed i suoi conflitti, le conquiste e le sconfitte degli uomini e delle donne che la compongono, le ingiustizie e le discriminazioni che pervadono sempre più il nostro tempo. Continua a leggere »

barcone_immigrati2 In questo articolo, uscito sul Manifesto domenica scorsa, il sociologo Enrico Pugliese spiega le ragioni della rivolta di Lampedusa. Intanto, l’organizzazione umanitaria Save the Children documenta, in un video che pubblico nel corpo dell’articolo, le violazioni dei diritti dei minorenni stranieri nel centro di trattenimento dell’isola siciliana.

Non sappiamo come andrà a finire la vicenda di Lampedusa. Ma certo finora qualche soddisfazione ce l’ha data. E comunque ha svelato la miseria dei meccanismi repressivi di gestione dell’immigrazione clandestina, anzi dell’immigrazione tout-court dato che la fase della clandestinità nel nostro paese è stata da sempre attraversata dalla stragrande maggioranza degli immigrati. Sabato mattina il Tg3 a Mezzogiorno trasmette la notizia secondo la quale gli immigrati racchiusi nel lager di Lampedusa (definito surrealmente «centro di prima accoglienza») si sono dati alla fuga e hanno sfilato per il paese tra gli applausi dei cittadini locali. Da non credersi! Continua a leggere »

Lampedusa, migranti in corteo La rivolta di Lampedusa, che ha visto per la prima volta uniti gli abitanti dell’isola e gli immigrati sbarcati sulle coste, ha riproposto all’attenzione pubblica il tema dell’immigrazione «clandestina». I provvedimenti del governo rappresentano una grave violazione dei diritti dei migranti: ma i giornali e la televisione non dicono perchè. Provo a spiegare alcuni dettagli tecnici utili a capire cosa sta succedendo.

«Quella di venerdì», ha scritto la redazione del portale Melting Pot, «è stata una giornata densa di tutte le contraddizioni accumulate in questi anni intorno alla frontiera più spettacolarizzata d’Europa». Quasi duemila cittadini stranieri sono trattenuti da alcuni giorni nel centro di accoglienza di Lampedusa, una struttura con 381 posti, estensibili, all’occorrenza, a 804.

Finora, i migranti restavano pochi giorni nell’isola, e venivano trasferiti in altri luoghi per procedere alle espulsioni o alla valutazione delle domande di asilo politico. Negli ultimi giorni, come noto, il Governo ha sospeso i trasferimenti, e ha imposto che le domande di asilo vengano esaminate all’interno del centro di accoglienza stesso. Maroni ha inoltre annunciato l’apertura di un nuovo centro a Lampedusa, finalizzato all’identificazione e all’espulsione dei migranti. Le procedure di rimpatrio, insomma, si faranno da ora in poi esclusivamente nell’isola: e Lampedusa, come hanno denunciato gli abitanti, rischia di trasformarsi in una nuova Alcatraz. Continua a leggere »

obama Nel suo discorso da Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama rifiuta la logica della guerra e della sicurezza a qualunque costo; e muove i primi passi per l’abolizione della tortura e l’affermazione dei diritti umani. Di seguito, inchieste e video per capire cosa sta succedendo dall’altra parte dell’Oceano.

«Noi respingiamo come falsa la scelta tra sicurezza e ideali. I nostri Padri Fondatori, messi di fronte a pericoli che noi a mala pena riusciamo a immaginare, hanno stilato una carta che garantisce […] i diritti dell’individuo […]. La nostra sicurezza emana dalla giustezza della nostra causa, dalla forza del nostro esempio, dalle qualità dell’umiltà e del ritegno». Così il neopresidente degli Stati Uniti nel suo discorso di insediamento: parole che suonano lontanissime dalla politica nostrana, ormai abituata  a fare letteralmente a pezzi i diritti in un nome di una (presunta) emergenza sicurezza. Continua a leggere »

permessi-di-soggiorno Attese interminabili, amministrazioni inaccessibili, altissime tasse da pagare a fronte di servizi scadenti. E, per finire, documenti privi delle informazioni necessarie a renderli realmente utili nella vita e nel lavoro. Rinnovare i permessi di soggiorno è, per i migranti, una vera e propria odissea. E il Ministero dell’Interno, che declama a gran voce il «rispetto delle regole», è il primo a violarle in modo sistematico. Ecco la situazione, secondo i dati provenienti da una fonte non sospetta: il Governo italiano.

«Il permesso di soggiorno è rilasciato, rinnovato o convertito entro venti giorni dalla data in cui è stata presentata la domanda»: così recita la legge (Testo Unico sull’Immigrazione, decreto legislativo 286/98, articolo 5 comma 9). La realtà, come è noto almeno ai lettori di questo blog, è ben diversa. Continua a leggere »

permessielettronici2 Mentre proseguono le vertenze, legali e politiche, sulla gestione del decreto flussi, la CGIL pensa ad una specie di class action contro i ritardi nel rilascio e nel rinnovo del permesso di soggiorno. Un reportage dal sito Stranieri in Italia.

Dopo le magagne dei flussi d’ingresso, finirà in tribunale un altro punto dolente dell’immigrazione in Italia. La Cgil sta preparando un’azione legale contro i ritardi nei rinnovi dei permessi di soggiorno. «La situazione è gravissima, se disfunzioni di questo tipo avessero colpito dei cittadini italiani ci sarebbe già stato un intervento dell’Europa. Continua a leggere »

naomiklein In questo articolo, pubblicato sul settimanale statunitense «The Nation», Naomi Klein propone una strategia semplice e antica per contrastare la politica genocida di Israele: quella del boicottaggio, del ritiro degli investimenti e delle sanzioni. Nell’articolo, Naomi Klein ne spiega l’utilità e l’efficacia, e risponde alle obiezioni che sono state sollevate.

È ora. Un momento che giunge dopo tanto tempo. La strategia migliore per porre fine alla sanguinosa occupazione è quella di far diventare Israele il bersaglio del tipo di movimento globale che pose fine all’apartheid in Sud Africa. Continua a leggere »

ministromaroni Secondo il Ministro Maroni, la richiesta di immigrati nel mercato del lavoro sarebbe fortemente diminuita tra il 2007 e il 2008: il che legittimerebbe la proposta leghista di diminuire il numero di ingressi autorizzati nei prossimi anni. Per dimostrare la sua tesi, il Ministro compie un grossolano errore di matematica. E dimostra una colossale ignoranza sulla normativa in materia di immigrazione. Intanto, i giudici smentiscono il Ministero, e riaprono la partita del decreto flussi. Ecco cosa sta succedendo.

«Dei 150.000 nuovi ingressi di immigrati previsti dal decreto flussi 2008, le conferme pervenute sono solo 127.000, quindi 13.000 in meno [sic!] rispetto al tetto dei 150.000, a dimostrazione che c’è una riduzione della richiesta di permessi di soggiorno». Sono le parole del ministro leghista Roberto Maroni, riportate da alcune agenzie: un esempio brillante di confusione e di crassa ignoranza. Ma andiamo con ordine. Continua a leggere »

lampedusa Un ampio e documentato dossier sulla violazione dei diritti umani a Lampedusa.

Secondo uno scarno comunicato del Ministero dell’Interno, nella notte del 30 dicembre 2008 sarebbero stati rimpatriati da Lampedusa, «direttamente» in Egitto, 35 cittadini di origine egiziana: 28 partiti dall’isola delle Pelagie alle ore 21,20, e 7 successivamente imbarcati con uno «scalo tecnico» a Catania. L’AGI riferisce invece che la questura di Agrigento aveva prima parlato di 35 egiziani, ma nel corso della giornata (30 dicembre) «altri nove sono stati identificati nel centro di prima accoglienza di Lampedusa e si è potuto attribuire loro con certezza la nazionalità egiziana», presupposto indispensabile per il rimpatrio. Evidentemente, in poche ore, nel centro di Lampedusa è possibile assegnare una nazionalità certa a persone appena sbarcate. Continua a leggere »

leganord_immigrazione Alcuni chiarimenti sulla proposta della Lega di una nuova tassa sui permessi di soggiorno.

«A decorrere dall’anno 2009, è istituita una tassa di concessione governativa, nella misura di 50 euro, per il rilascio dei permessi di soggiorno ai cittadini stranieri e sui rinnovi dei medesimi. Le relative risorse sono […] devolute ai Comuni di residenza dello straniero richiedente il permesso, […] e devono essere utilizzate in via prioritaria […] per l’attuazione di politiche sociali di sostegno alle famiglie e per la vigilanza e il controllo del territorio». Recita così l’emendamento n. 34.039 al disegno di legge n. 1972, presentato dall’onorevole D’Amico della Lega Nord: cinquanta euro per un permesso di soggiorno. Continua a leggere »

fabriziothumb L’11 Gennaio 2009 ricorre il decimo anniversario della morte di Fabrizio De Andrè. Per l’occasione è stata lanciata l’idea di un tributo collettivo, su internet, «a siti unificati». Questo blog aderisce all’iniziativa, ricordando il grande cantautore a partire dalla sua straordinaria empatia con gli ultimi, con coloro che sono descritti e trattati come diversi. Fabrizio de Andrè è stato il poeta di puttane, ladri, assassini e assassinati, beoni, viados, stranieri e vittime dell’«odio e dell’ignoranza»: ed è morto mentre, in Italia, imperversava una «emergenza sicurezza», analoga a quella di oggi…

C’era un’altra «emergenza sicurezza», quando morì Fabrizio de Andrè. Era il Gennaio del 1999, dieci anni fa. A Milano, si erano verificati alcuni omicidi nel giro di pochi giorni: senza far caso alla logica nè alle statistiche (che parlavano, allora come oggi, di un decremento del numero di reati), i mass-media lanciarono l’allarme. Continua a leggere »

MANIFESTAZIONE Ricordando gli eccidi, i massacri e le violenze che le comunità ebraiche hanno subito per secoli, gli Ebrei contro l’Occupazione condannano, in questo documento, il massacro che lo Stato di Israele sta perpetrando nella Striscia di Gaza. Un massacro che la memoria dell’antisemitismo e della Shoah dovrebbe rendere a maggior ragione ingiustificabile.

Israele ha attaccato Gaza con 100 aerei da combattimento, missili ed elicotteri Apache, uccidendo, all’ora in cui scriviamo, circa 350 persone tra cui un numero elevato di donne e bambini. Prima di questo, da oltre due anni ha strangolato gli abitanti (1 milione e mezzo circa) imponendo il blocco dei rifornimenti di cibo, carburante, energia elettrica. Ha bloccato l’entrata ed uscita degli abitanti compresi i malati gravi, ridotti alla fame e privi di possibilità di curarsi e lavorare. Continua a leggere »